LA CONFRATERNITA DI SAN NICOLÒ

A KOSTRENA S. BARBARA

Ogni anno gli abitanti di Kostrena S. Barbara organizzano una serata in onore al santo Nicolò, protettore da secoli di tutti i marittimi. La sola Confraternita è stata fondata a gennaio del 1869 come Confraternita di san Nicolò (Mikula). Lo Statuto della congregazione era stampato in cento copie e autenticato con il timbro ufficiale della Confraternita, firmato da parte dell’iniziatore e cofondatore Anton Burmašević, parroco il giorno 20 febbraio 1869.

L’ unico scopo della fondazione di questa Confraternita era quello di aiutare le famiglie indigenti che avevano perso il nutritore, cioè il padre o il figlio dispersi, morti o infortunati in mare. L’aggregazione aveva molti soci che pagavano l’abbonamento annuale o completo. Oltre all’ abbonamento l’associazione riceveva anche delle donazioni da parte di membri più benestanti. Uno dei modi per raccogliere il denaro era il cosidetto sajanje termine che indicava la raccolta di non soltanto il denaro ma anche donazioni in vestiario e quanto necessario. Questo “rito” veniva organizzato ogni anno il giorno di San Nicolò, cioè il 6 dicembre condotto da due marittimi, dei quali uno ero noštromo (nostromo) e l’altro timunjer (timoniere). I due “sajači” erano marittimi del  vilaggio Šoići e gli altri due di Randići e Urinj. Il loro abbigliamento e la calzatura formavano il tradizionale impermeabile marittimo e gli stivali di gomma. Con sé portavano una piccola ancora, la campana e un lampada a petrolio detta feral anche se c’era luce.

Quando arrivavano davanti la casa suonavano la campana oppure battevano sulle porte. Nel momento in cui il padrone di casa apriva la porta la agganciavano con l’ancora in modo che non si poteva più chiudere pronunciando le parole “saja, saja inkoča” con le quali spiegavano di essersi ancorati e che la porta rimarrà bloccata fino al momento in cui riceveranno una donazione. Appena ritirata la donazione sbloccavano l’ancora con le parole “ saja – saja” lasciando la casa e il cortile (obor). Da dove deriva la parola saja non è conosciuto anche se esistono delle spiegazioni. Una è stata interpretata dal nostro poeta Tin Ujević che nel suo poema su Marko Marulić aveva usato il suddetto termine attribuendogli il significato di sete žeđa”. Si presume che forse durante il sajanje i sajači avevano sete e chiedevano che venga loro offerto da bere, naturalmente alcolici. Durante tutto il proseguimento del “rito” cantavano fino alla fine del sajanje. La giornata si concludeva nell’ osteria Ruža a Šoići dove veniva organizzata una cena per tutti i soci della Confraternita. Un’altra spiegazione è che saja deriva dalla parola turca che significa sacco di lana turca rossa (čoha) la quale si usava per la raccolta di varie donazioni e invece la terza spiegazione è quella della fuliggine della ciminiera dalla quale San Nicolò entrava nelle case. Quest’ usanza tradizionale veniva svolta ogni anno durante l’Impero Austro-Ungarico fino all’inizio della II guerra mondiale sul territorio dei Balcani cioè fino ad aprile del 1941.

Tutte le donazioni e i regali ricevuti durante il sajanje venivano consegnati al capo superiore ovvero ad uno dei capitani marittimi più anziani oppure ad uno degli armatori. Una piccola parte veniva divisa per le spese della Confraternita e una parte al parroco per le spese della tradizionale santa messa.

Durante la cena veniva di solito offerto del baccalà cotto che all’ epoca era il cibo per i poveri. Gli armatori e i capitani di bordo cenavano in una stanza a parte situata al primo piano mentre i marinai mangiavano in cucina che era situata al piano terra. Dopo la cena e il canto la festa continuava con il “duello con il dito mignolo” tra i marinai e il vincitore veniva accompagnato da urla di gioia.

Dopo la II guerra mondiale gli abitanti di Kostrena S. Barbara, che oggi abitano nei dintorni della contea, si radunano una volta all’ anno per la tradizionale cena in onore di San Nicolò. Qualche volta il Presidente assieme al Bordo amministrativo organizza varie mostre di modellini di velieri, antichi strumenti nautici, libri marittimi, diari di bordo e altri temi di mare.

La pagina introduttiva del verbale dell’anno 1869.

Lo Statuto della Confraternita di San Nicolò è stato stampato nel 1869 in 100 copie. Nel momento dell’ adesione alla Confraternita ogni socio riceveva una copia dello Statuto con segnato il suo nome. L’ unica copia risale all’ anno 1870. I regolamenti sono stampati in lingua italiana mentre la POESIA sulla parte sinistra e destra è scritta in lingua croata. L’ autore è probabilmente il fondatore della Confraternita, il parroco Antun Burmašević che si è firmato come parroco e prefetto.

Il verbale delle prime cinque sedute tenute durante il 1869 (forse la prima seduta è stata svolta alla fine del 1868), il verbale sullo stato della cassa del 1869 come pure il resoconto sugli abbonamenti riscossi fino al 1876 (ottavo anno) sono scritti in lingua italiana ma già dal primo resoconto annuale per l’ anno 1869 i verbali vengono scritti in lingua croata.